Sdraio, lettini, tavolini, stivali, reti da pesca e tanta tanta plastica, è questo il “tesoro” subacqueo raccolto dai partecipanti alla prima edizione della pulizia dei fondali organizzata dal Marina di Alassio in collaborazione con il Mola Mola Dive Team la Capitaneria di Porto e il contributo del centro immersione Idea blu di Albenga e della scuola di fotografia e video Blucobalto.
I subacquei coinvolti, si sono divisi nelle due aree prestabilite: una esterna alla diga frangiflutti del porticciolo di Alassio e l’altra al centro del golfo della cittadina rivierasca dove si trova un centro di ripopolamento ittico formato da strutture in cemento.
Il Mare ha restituito molta plastica e, guardare il cumulo di spazzatura raccolta a fine giornata, ha portato ad una profonda riflessione su un futuro più consapevole e di conservazione.
“Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto – commenta Giovanni Busè del Molamola dive Team,- nonostante le previsioni meteo durante la settimana abbiano spaventato molti subacquei, il gruppo coinvolto ha dimostrato grande tenacia raccogliendo una quantità di rifiuti notevole anche se rimane una piccola cosa delle molte che ci sono ancora da fare. Confido che questa nostra collaborazione con il Porto di Alassio possa ripetersi in futuro così come la sinergia con le scuole e i diving che hanno partecipato insieme a noi”
“Ogni iniziativa di questo genere – aggiungono dalla Marina di Alassio – è atta a sensibilizzare sul grande problema della plastica, Alassio, la Liguria è una regione immersa nel santuario dei cetacei e proteggerla è un obbligo di tutti”.
Ne sa qualcosa Mauro Pelaschier che stamani ha incontrato gli studenti delle scuole, e nel pomeriggio i rappresentanti delle istituzioni locali per portare il proprio messaggio e un programma, quello della One Ocean Foundation, di responsabilità sociale che si pone l’obiettivo di sostenere progetti innovativi di salvaguardia dell’ambiente marino promuovendo azioni pratiche concrete a favore del cambiamento.
In proposito il Comune di Alassio ha sottoscritto la Charta Smeralda un codice etico per condividere i principi e azioni a tutela dei mari stilato per sensibilizzare l’opinione pubblica, gli operatori e tutti gli stakeholder, evidenziando il senso di urgenza nell’affrontare i problemi più pressanti degli oceani e degli ecosistemi marini e costieri e teso a definire ambiti di intervento concreti, immediati e focalizzati alla risoluzione dei problemi.
Per lo straordinario velista, grazie alla Famiglia Berrino, anche la firma della piastrella da affiggere al Muretto. “La sua – spiega Ennio Pogliano, presidente del Cnam Alassio, che con Roberta Zucchinetti ha organizzato la tappa alassina del One Foundation Educational Tour – non è una firma qualsiasi, accanto al nome e cognome ha indicato un numero velico, I-37, quello del Finn di suo padre vincitore di diverse olimpiadi che, in tempi non sospetti, fu acquisito da un altro grande della vela italiana, Sergio Gaibisso. Oggi quel finn fa bella mostra di sè nella club house del Cnam Alassio, un pezzo di storia della vela italiana”.