Una cerimonia breve ma toccante, grazie al ricordo del figlio Paolo. Ad Antonio Negro, padre dell’omeopatia italiana, stamani è stato intitolato il vicolo attiguo alla casa natale, già Vico Monte Grappa.
Classe 1908, è mancato nel 2010 a 102 anni, libero docente in Scienza dell’Ortogenesi, istituì il primo corso di Alta formazione post-universitaria nel ’47 e già presidente dell’Accademia italiana di Medicina omeopatica Hahnemanniana dal ’53. Nonostante i tanti anni trascorsi nella capitale Antonio Negro non aveva perso la sua alassinità. “U megu”, come in molti lo ricordavano nel “Budello” era il papà dell’omeopatia italiana.
Nel 2016 l’Amministrazione Comunale e il Museo dell’Omeopatia di Roma avevano già affisso e scoperto una targa commemorativa presso l’abitazione al primo piano al civico 77 di via XX Settembre, dove aveva mosso i primi passi
Lo scorso anno, a dodici anni dalla scomparsa, l’Amministrazione Comunale ha avviato la pratica per potergli intitolare il vicolo adiacente alla casa natale.
L’iter, finalmente concluso ha visto stamani la cerimonia di scoprimento della targa in marmo con la nuova denominazione “ Vico Antonio Negro già Vico Monte Grappa”.
Presente una nutrita rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il Comandante della Polizia Municipale Francesco Parrella, Don Dario Ottonello che ha benedetto la nuova via e il figlio Paolo con la famiglia.
Proprio Paolo Negro ha voluto spiegare le ragioni del grande legame del padre con Alassio: “Al di là della nascita, qui lui ha avuto la formazione più importante, presso l’Istituto Salesiano prima e poi, grazie all’incontro con due luminari: Dante Biscella, omeopata milanese e collaboratore di Constantin Hering e Nicola Pende, professore e medico endocrinologo.
Proprio Paolo Negro ha voluto spiegare le ragioni del grande legame del padre con Alassio: “Al di là della nascita, qui lui ha avuto la formazione più importante, presso l’Istituto Salesiano prima e poi, grazie all’incontro con due luminari: Dante Biscella, omeopata milanese e collaboratore di Constantin Hering e Nicola Pende, professore e medico endocrinologo.
L’incontro con il Dr. Biscella avvenne all’età di dodici anni quando si ammalò di febbre spagnola e fu curato proprio dall’Omeopata milanese. Biscella lo avvicinò all’approccio medico del Dr. Samuel Hahnemann e a quello di altri illustri esponenti della Medicina Omeopatica. Fu proprio lui a sostenerlo quando si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Genova, dove conobbe il professor Nicola Pende, medico endocrinologo. Si laureò nel 1935 e iniziò una fiorente collaborazione proprio con il Dr Pende che, tra il 1938 e il 1939, lo nominò assistente dirigente della Casa di cura e del gabinetto scientifico dell’Istituto Termale di Chianciano. Mi sento di dire che molta della storia dell’omeopatia italiana è transitata da Alassio”.