Com’è noto il Comune di Alassio e la Regione Liguria hanno concordato le linee direttrici per l’impostazione di una serie di interventi finalizzati alla difesa del litorale.
In quest’ottica, proprio a seguito della straordinaria mareggiata del 2018, negli ultimi due anni,  il Ministero della Protezione Civile ha già stanziato un duplice finanziamento di 2,5milioni di euro (per un totale di 5 milioni) che ha permesso interventi su circa 3.500 m di litorale.
“Un lavoro importante avviato grazie all’interessamento e al sostegno dell’Assessore alla Protezione Civile della Regione Liguria, Raul Giampedrone – commentano dall’Amministrazione Comunale Alassina – che si è sempre interessato ai problemi della nostra città, con l’obbiettivo di prevenire anziché “curare” i danni causati da eventi straordinari”.​
Il risultato di questi primi interventi è infatti evidente. “Le spiagge si sono ripristinate ed ampliate notevolmente garantendo un buon contenimento dissipativo dell’energia dell’onda, anche se il run-up giunge ancora spesso, ed in particolari tratti con discreta violenza, contro le strutture urbane che si affacciano sulla spiaggia” com’è scritto nella relazione del raggruppamento temporaneo di professionisti (RTP) incaricato della progettazione e composto dall’ing. Franco Ferrando, dall’ing. Guido Ferri, dall’ing. Paolo Gaggero, dall’ing. Luca Rossi, dalla dott.ssa Frida Occelli, e dal dott. Eros Aiello.
“Dal punto di vista ambientale e paesaggistico – commenta il Sindaco di Alassio, Marco Melgrati – i due interventi hanno registrato un successo che può definirsi notevole, anche se, nei due anni seguenti le operazioni, il mare non ha sofferto di agitazioni particolarmente violente e pertanto non ha permesso un raffronto tra i comportamenti del sistema previsti dai modelli matematici progettuali e quelli in scala reale durante le mareggiate”.
“Ed è per questo – spiega Rocco Invernizzi, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Alassio – che abbiamo portato avanti la progettazione di un terzo intervento, sempre concordato con i  tecnici del RTP e con gli Uffici Regionali che si articola in tre step: ​monitoraggio degli interventi eseguiti, un’ulteriore azione di ripascimento e il prolungamento, in versione soffolta, del pennello Ferrando per una spesa complessiva di 3,650mln di Euro oneri fiscali compresi.”
“Il ripascimento – prosegue Invernizzi – continua a rappresentare il fondamentale metodo di lavoro per la difesa della costa Alassina mentre il prolungamento del molo costituisce il nuovo elemento di cattura della deriva litoranea, la cui risultante è diretta verso Nord, dove in passato ha depositato masse di sabbia via via sempre più fine procedendo da Sudovest verso Nordest sino all’isola Gallinara”
Mentre per il prolungamento del pennello le alternative si limitano ad una struttura emersa o sommersa e per motivi più che altro paesaggistici si è preferita quest’ultima, per il ripascimento si è aperta una più vasta gamma di metodi di lavoro in particolare per quanto attiene la provenienza delle sabbie.
“Una prima ipotesi è quella del prelievo, come per gli anni precedenti, dei depositi sottomarini antistanti la zona costiera intorno a Capo S. Croce. La seconda è la fornitura selezionata da cava terrestre con privilegio, comunque, del materiale naturale di depositi fluviali e non frutto di frantoio – l’ulteriore quesito è rispetto al modus operandi, procedere cioè o con il deposito concentrato nella spiaggia sommersa di ponente, per una naturale distesa sul litorale operata dalle correnti indotte dalle agitazioni ondose; oppure con il deposito uniforme sul litorale, come già attuato negli anni precedenti. In considerazione dei buoni risultati ottenuti con le azioni precedenti, la tendenza è proprio quella di procedere con il deposito uniforme sul litorale”.
“Il prelievo dai fondali – si legge nella relazione – è stato il punto di forza degli interventi dell’ultimo biennio, pur con una granulometria leggermente inferiore a quella nativa residua; il ripascimento da mare ha un costo decisamente inferiore di quello da terra, ma il sito già sfruttato non offre ulteriori grandi capacità volumetriche, almeno allo stato dell’attuale conoscenza attuata tramite rilievi di monitoraggio dalla ditta Geocoste di Firenze: il materiale residuo è, nelle aree già sfruttate, troppo fine rispetto a quello nativo e pertanto molto più instabile. La fornitura da cava terrestre apre una grande scelta di tipologie di sabbia, per quanto riguarda il colore, la granulometria e la natura litologica che, per garantire omogeneità con quella nativa, dovrebbe essere ricca di quarzo, caratteristica tipica della spiaggia di Alassio”.
Visto il progetto, visto il piano economico, il Comune di Alassio ha incaricato il Raggruppamento Temporaneo di Professionisti  per la redazione degli atti di completamento del Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica  necessari a sottoporre lo stesso alla verifica di assoggettabilità alla VIA presso il Settore Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Liguria.
“Gli elaborati – si legge nella relazione tecnica allegata alla delibera della giunta comunale – individuano i requisiti e le modalità della nuova azione di difesa della costa, nel rispetto delle caratteristiche del litorale alassino sotto i profili ambientali e paesaggistici, con uno sguardo di tutela all’economia prevalentemente turistica del territorio”.
“Un intervento strutturato – conclude Franca Giannotta, Assessore alla Protezione Civile del Comune di Alassio – iniziato tre anni fa con l’obbiettivo di ricostruire la protezione a mare della città completamente consumata dall’erosione e dalla mareggiata del 2018. Nel frattempo la Protezione Civile di Alassio si è comunque strutturata per la gestione delle emergenze, anche attraverso un sistema di messaggistica e di allerta tale da raggiungere l’utenza affinché possa mettere in atto anche sistemi propri di protezione ogni qual volta previsioni e allerte lo rendono necessario”.​