Partirà lunedì mattina all’indirizzo di Gedi SpA, la lettera firmata dal Sindaco di Alassio, Marco Melgrati. Gedi – Gruppo Editoriale SpA ha infatti annunciato per la prossima metà di novembre l’accorpamento delle edizioni del ponente ligure de La Stampa e del Secolo XIX. Una manovra che avrà come prima causa la riduzione complessiva del 42% delle forze giornalistiche attualmente impegnate professionalmente nelle rispettive redazioni.
“Abbiamo appreso che Gedi, proprietaria del Secolo XIX e della Stampa, hanno intenzione di riorganizzare il lavoro delle sedi di Savona e di Imperia riducendo il personale in servizio da 24 a 14 unità probabilmente destinandolo alla redazione di inserti ed altre iniziative editoriali dello stesso gruppo Gedi – si legge sulla lettera del primo cittadino di Alassio – A farne le spese di quella che possiamo definire una discutibile “rivoluzione” nel sistema giornalistico della Riviera a rimetterci non saranno solo i redattori assunti a tempo pieno, ma anche e soprattutto i collaboratori che lavorano senza contratto e che ogni mese vengono pagati ad articolo e cercano di portare a casa soldi per le famiglie. Alcuni di loro sono anche professionisti (iscritti a quell’elenco professionale dell’Ordine dei Giornalisti). Lavorano a tempo pieno scrivendo articoli da remoto e quindi a spese loro e senza alcun contratto di assunzione. L’accorpamento di Secolo XIX e Stampa con la futura diffusione di un unico giornale, scelta motivata dalle difficoltà relative alla vendita dei quotidiani superati dai media on line, è una decisione inaccettabile. Sfogliare uno o più giornali al mattino è una abitudine alla quale non vogliamo rinunciare. Tra l’altro proprie le edizioni locali, al momento con contenuti differenti, sono importanti per avere una importante pluralità di informazione. Chi legge Il Secolo, deve essere chiaro, non compra La Stampa e viceversa. L’accorpamento delle pagine quindi potrebbe rappresentare un boomerang per la stessa Gedi. Vero che si tratta di un’azienda privata e non pubblica, ma nessun ente pubblico e nessun amministratore è stato coinvolto in un’operazione che, abbiamo appreso, avverrà in tempi brevi”.
“Ribadendo la nostra vicinanza ai giornalisti delle due testate e ai collaboratori – conclude Melgrati – ribadiamo la nostra contrarietà al progetto di fusione perché non si tratta solo di numeri ma di persone e di famiglie che, con questa manovra, subiranno pesanti conseguenze”.