Si era commosso in aula, durante la lettura della sentenza d’Appello, un anno fa, il 18 marzo 2021: assolto dall’ignominiosa accusa di aver sottratto, durante il suo mandato di Consigliere Regionale, alle casse della Regione, rimborsi per spese non istituzionali. In primo grado era stato condannato a 2 anni, 11 mesi e 15 giorni con la successiva sospensione per 18 mesi dalla carica di sindaco. Ieri la nuova conferma: la Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso della Procura di Genova alla sentenza d’appello, mettendo la parola fine a un’odissea di quasi un decennio.
“Le parole non sono sufficienti a rendere l’idea del sollievo che sto provando in questo momento – le parole di Marco Melgrati, Sindaco di Alassio che ha sempre dichiarato con veemenza la propria innocenza – essere innocenti, subire un un vero e proprio ludibrio mediatico per così tanto tempo, gravato da accuse infamanti. Non voglio ripercorrere lo stillicidio tra indagini, accuse, condanne, sospensioni, memorie e ricorsi che hanno pesato profondamente nella mia vita personale, politica e amministrativa e in quella della mia città che per 18 mesi è stata privata di un sindaco regolarmente eletto”.
“Ora attenderò di leggere tutti gli atti, pochi giorni – prosegue Melgrati – poi valuterò insieme al mio avvocato se intentare una causa di risarcimento per danni morali alla Procura di Genova. Sottoporre un uomo innocente a un calvario giuridico come quello che io e gli altri indagati coinvolti nelle indagini hanno dovuto subire non è poca cosa e non si può accettare che nessuno paghi mai per gli errori commessi. Ho testimonianze di persone che si sono ammalate, anche in maniera grave; ci sono stati drammatici casi di amici che si sono tolti la vita… E’ stato approvato un referendum per la responsabilità della magistratura, credo dia giusto mettere tutti davanti alle proprie responsabilità”.
“Valuterò anche una causa contro lo Stato – rincara la dose Melgrati – che con la legge Severino, illegittima e incostituzionale ha privato la Città di Alassio, ma anche molti altri enti locali, di amministratori regolarmente eletti creando non pochi disagi alla vita amministrativa degli enti stessi. Anche qui: possibile che nessuno si assuma le proprie colpe, ammetta errori e almeno provi a correggerli?”.
“Per quanto mi riguarda – la conclusione di Melgrati – sono sollevato, mi sono liberato di ogni peso e, come ho già dichiarato in passato mi sento un “innocente seriale”. Amo scherzare per sdrammatizzare una situazione che in realtà mi ha colpito in maniera profonda. Oggi però posso guardare avanti con ritrovata serenità. La sentenza della Cassazione sgombra il campo anche ad una nuova corsa elettorale. L’anno prossimo Alassio sarà chiamata a scegliere il suo sindaco, e ora posso dire di avere tutte le carte in regola per candidarmi a un Melgrati quater, vedremo”.