L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.
Ancora oggi nel 2020 i numeri di donne vittime di femminicidio sono significativi, si parla per i soli primi 10 mesi del 2020 di 91 vittime, una ogni tre giorni. Sono 3.344 le donne uccise in Italia tra il 2000 e 31 ottobre 2020, pari al 30% degli 11.133 omicidi volontari. In lockdown in 4 casi su 5 killer è convivente.
Proprio nel giornata del 25 novembre un atroce dramma un altro femminicidio nella notte a Cadoneghe: uomo uccide la moglie a coltellate…
Un fenomeno inquietante che malgrado la sensibilizzazione mondiale non accenna a diminuire.
Lo scorso anno avevamo organizzato un interessante convegno dal significativo titolo “NON chiamatelo Amore”, appunto per sensibilizzare l’opinione pubblica, ricordo gli interventi di grande competenza e ricordo una platea, non solo al femminile, molto attenta. Il Giudice Fiorenza Giorgi ha sapientemente disquisito, evidenziando le novità legislative emerse ultimamente; e la partecipazione del Maresciallo Francesca Sileoni del Nucleo investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Savona, preparata ed aggiornata nella delicata tematica, ha illustrato il suo impegno nell’ascolto delle “ vittime”, in un clima informale, fuori da ogni schema di protocollo, allo scopo di rassicurare la persona che chiede aiuto, suscitando quella fiducia essenziale per dare “ sfogo” in termine di denuncia dei fatti. Anche il Tenente Colonnello Massimo Ferrari, comandante dei Carabinieri di Alassio ha portato il suo contributo in termini di esperienza sul campo e di gestione del fenomeno.
Quest’anno l’idea di ripetere, con ulteriori approfondimenti l’evento si è scontrata con la normativa vigente in tema di emergenza sanitaria, fortemente limitante rispetto ad eventi e qualsivoglia tipo convegno o riunione. Una normativa, corre ricordarlo, che, in taluni casi, costringendo i nuclei famigliari nelle case, ha dimostrato di essere anche causa indiretta dell’aumento delle violenze domestiche, così come dimostrato dai numeri poc’anzi citati.
Quest’anno abbiamo voluto ribadire un concetto fondamentale #nonsiamosole: qualunque sia il tipo di violenza, fisica, psicologica, morale… nessuna si deve sentire sola. In qualunque momento, sia sul territorio nazionale, sia a livello locale, vi sono sportelli di ascolto in grado di guidare ogni donna in un percorso di consapevolezza, denuncia, rinascita. Tra i quali Centro Antiviolenza Artemisia Gentileschi di Albenga, che, nell’ambito del progetto “nonpossoparlare” ha ideato una soluzione digitale di contatto protetto, nato dall’emergenza coronavirus con l’idea di sviluppare un “assistente virtuale” un “chatbot” sui siti dei centri antiviolenza sempre attivo ed è stato attivato anche sulla home page del Comune di Alassio.
Infine lo Zonta Club Alassio Albenga ha aderito alla campagna internazionale Zonta says No to violence against Woman.
In collaborazione con i Comuni di Alassio, Albenga e Andora sono state illuminate le facciate dei Palazzi Comunali, rotonde e fontane con il colore arancione, scelto dalle Nazioni Unite.
Lo ribadiamo ancora, la violenza, in qualsiasi sua forma NON è amore ed esiste sempre una soluzione.