“Lei è al corrente che questo evento è organizzato, voluto e finanziato da una persona che non è un organizzatore di concerti nè un agente di spettacolo?” “Sì, ho conosciuto Giampiero Colli, un fantastico ristoratore, credo di aver consumato da lui la migliore cena almeno di tutto l’anno. Mi ha sorpreso molto, ma ritengo sia una cosa positiva. Rende tutto meno ingessato, più naturale, più immediato e diretto. Qui ho scoperto l’Italia, Alassio e il genuino calore della folla. Un’esperienza magica”.
Roger Hodgson ha risposto instancabile al fuoco di fila delle domande che i molti giornalisti presenti alla conferenza stampa gli rivolgono, disponibile come pochi altri e davvero sorpreso della straordinaria accoglienza ricevuta e di un format, quello di When We Were Kids, che ha apprezzato dal primo istante.
Giampiero Colli, fedele al suo essere schivo, di poche parole, ma di rara concretezza, si vede poco nei luoghi “mediatici” ma è consapevole di aver portato ad Alassio un vero gigante della musica internazionale.
Ancora una volta When We Were Kids fa sold out e porta ad Alassio la musica internazionale degli anni ’80.
Che sia un mix di artisti, come nei primi due anni, che sia un unico protagonista, la formula che abbina una (o più) special guest degli anni “quando eravamo ragazzi” alle eccellenze dell’enogastronomia italiana ha dimostrato di funzionare perfettamente.
Tutto esaurito alla cena di gala, allestita alle spalle della tribuna come uno straordinario ponte di una nave da crociera, con tanto di ciminiera brandizzata Costa.
Il “reparto dolci” ha visto il gradito e direi anche atteso ritorno di Ernst Knam, da sempre amico di “When we were kids”, che per l’occasione ha preparato, in onore del grande maestro Gualtiero Marchesi, la sua “Torta Gualtiero”. La cena, accompagnata da una selezione di bollicine Ferrari, è stata invece curata dalla miglior azienda di catering e di alta gastronomia d’Italia, la milanese “Peck”, vera leggenda dell’arte del ricevimento.
Tutto esaurito in ogni ordine di posto anche per il “solo” concerto in cui ha aperto la scena Rudy Mas con la sua Beat Art, seguito da Luca Galtieri e da Nick The Nightfly a svelare qualche curiosità su “Breackfast in America” l’album dei Supertramp, oggi quarantenne, con 20 milioni di dischi venduti…
A proposito di compleanni: per Nick quella sul palco alassino è stata l’occasione per festeggiare i suoi primi trent’anni di Montecarlo Nights.
Sono quasi le 22. Il pubblico rumoreggia e qualche fischio inizia a rompere l’atmosfera.
Sale la band: Ray Coburn alle tastiere, Michael Ghegann tastiere, sax, clarinetto e fisarmonica, Laurent Delourtet al basso e Bryan Head alla batteria.
E poi arriva lui, Roger Hodgson. I fischi lasciano spazio ad un applauso dirompente: l’applauso di Alassio a uno degli idoli della musica di tutti i tempi.
Le mani sul fedele Roland, le note della fisarmonica, impossibile non riconoscere l’attacco di “Take the long way home”. Inizia così il viaggio musicale sulle note di “Breakfast in America”, “Dreamer”, “School”, “Fool’s ouverture”, Hide in you shell”, “The Logical Song”, “Don’t leave me now”. Il tempo vola via in quello che sembra davvero un soffio. Siamo ai saluti… No, il pubblico non ci sta… applaude e applaude ancora il palco già vuoto…
“Ricordo quando cantavo con i Supertramp – aveva detto Roger Hodgson in conferenza stampa – avvertivo la pressione, a volte faticavo a cantare. Ora, non smetterei mai…” Eccolo infatti rientrare sul palco pronto a un bis
con “Give a little bit” e poi a un altro con “It’s raining again”…
Ne vorremmo ascoltare ancora molte, ma l’ora è davvero tarda e gli artisti comprensibilmente stanchi.
“Tornerò ad Alassio – annuncia uscendo dal palco – questa cittadina è uno splendido segreto che mi avete tenuto nascosto ma che ora ho scoperto… tornerò sicuramente”.