Dal 31 maggio al 15 giugno 2019 presso la Galleria Artender di Alessandro Scarpati sarà esposta al pubblico una selezione delle opere più significative di Gino Fiore, in arte Gifio. Sarà il giornalista e scrittore Daniele La Corte a ricordare il personaggio e l’artista.
Ligure d’adozione – Gifio nasce a Napoli nel 1907 ma sin da giovanissimo vive nella Riviera di Ponente e dagli anni Cinquanta risiede ad Alassio, dove scompare nel 1992 -, Gifio è pittore ed è anche disegnatore, cartellonista, caricaturista, ceramista e tanto altro ancora, rivela presto un talento versatile, aperto a interessi e discipline diverse. Intraprende la sua attività come cartellonista pubblicitario, decoratore e illustratore avviando un’intensa collaborazione con le imprese locali e l’Ente Provinciale del Turismo di Savona per i quali realizza immagini di grande forza comunicativa. Nel 1933 esordisce alla Mostra Nazionale del Futurismo a Roma dove incontra il poeta Filippo Tommaso Marinetti che lo ribattezza con il nome d’arte di Gifio. Frequenta in questo periodo il laboratorio di ceramica Mazzotti ad Albissola, crocevia di incontri e sperimentazioni che gli dà modo di farsi conoscere e confrontarsi con più importanti artisti di avanguardia, come Fortunato Depero, Prampolini, Munari e Pacetti. Lavora anche a Milano per varie riviste come disegnatore e illustratore satirico, cogliendo con estrema naturalezza ed ironia i tratti noti di molti personaggi del teatro di rivista e del varietà.
Le costanti espressive che accompagnano l’intero percorso di artista – disegno, grafica pubblicitaria, pittura, scultura, ceramica – sono in questi anni già manifeste ma non esauriscono le sue risorse creative. Ad Alassio dove fissa la sua residenza e apre un proprio atelier a partire dal dopoguerra, Gino Fiore infatti affronta l’esperienza della scultura in cemento, realizzando insegne per i negozi e bassorilievi decorativi per ambientazioni esterne ed interne e si applica con successo alla creazione di strutture e personaggi per i carri carnevaleschi. La ricerca lo orienta via via verso linguaggi e mezzi tecnici che gli consentano di raggiungere una maggiore libertà compositiva utilizzando materie diverse. In mostra sono documentati i principali passaggi dell’itinerario artistico di Gifio con una selezione di opere comprendenti: bozzetti originali dei manifesti realizzati per aziende turistiche, una selezione delle migliori caricature dedicate a personaggi del cinema e della rivista – Macario, Aldo Fabrizi, Tino Scotti, assiduo frequentatore delle estati alassine – acquerelli; dipinti e una ricca produzione di sculture in ceramica, cemento e cartapesta.
In particolare gli acquerelli esposti, riferiti al periodo 1950 – 1970, nell’illustrare la predilezione dell’autore per i temi caratteristici di Alassio e dintorni: il mare, i borghi della costa, si concentrano attorno ad un nucleo di paesaggi che ritraggono quello che fu il suo territorio e i suoi scorci, in omaggio alla Città di Alassio.
Ricca, piacevole e sorprendente la retrospettiva dedicata a Gifio è destinata a essere un’esauriente ritratto dell’opera dell’artista con le sue grandi tele, miniature d’arte, manifesti pubblicitari, caricature e ceramica.