“Non costerà un euro più del progetto che prevedeva lo spostamento a Loreto delle nuove scuole e soprattutto non lascerà sul territorio una cattedrale nel deserto – l’ex plesso scolastico – inagibile e per il quale non ci sarebbero i finanziamenti per provvedere al risanamento. L’intervento si attua infatti con lo stesso importo dei lavori di quello di via Loreto pari a circa 6.0 mln euro – 3,4 mln euro è l’importo di un primo stralcio relativo ad una sola porzione della scuola secondaria di primo grado-“.
Marco Melgrati apre così la conferenza stampa allargata ad autorità e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione nel corso della quale è stato presentato il progetto delle nuove Ollandini, quelle, per intenderci che sorgeranno sulle “ceneri” del vecchio istituto, ormai completamente svuotato.
“In questo modo, senza spendere più di quanto previsto per la soluzione individuata dalla precedente amministrazione, risolveremmo il problema di un edificio che non avrebbe potuto essere riconvertito per mancanza di economie sufficienti per progettazione e demolizione. Sarebbe stata una cattedrale nel deserto, una vergogna come fu per quarant’anni il Grand Hotel.”
La parola poi al progettista, Ing. Federico Frappi: “L’edificio, che mantiene gli accessi attuali, si sviluppa su tre livelli di cui quello inferiore occupa solo la porzione a valle mentre quello superiore solo la porzione a monte; ciò determina una sagoma a gradoni che accompagna anche volumetricamente il dislivello e riduce l’impatto monolitico dei tre livelli che caratterizza l’edificio attuale.
Allo sviluppo a gradoni corrisponde un percorso sopraelevato di discesa dal terzo al primo livello, percorso che attraversa un’ampia terrazza sopra il secondo livello che si trasforma poi nella gradonata sopra il primo livello ed infine nella scalinata che conduce a terra. In sostanza quello che rappresenta il sistema di copertura dei volumi ai vari piani diventa un percorso esterno immediatamente fruibile dall’interno della scuola quale spazio ricreativo, con la possibilità di essere usato anche indipendentemente dall’edificio scolastico quale spazio di aggregazione o per attività di qualunque tipo. Un vero e proprio sistema di piazze rivolte verso il mare che concretizzano l’apertura e l’interconnessione dell’edificio-scuola con l’ambiente urbano esterno.
La conformazione articolata dei volumi diventa scoperta e multiformità degli spazi interni che si concatenano e si intersecano intorno all’agorà centrale riuscendo a creare spazi interni complessi e dinamici ove si può sviluppare una didattica innovativa.
Funzioni e percorsi di collegamento convergono dunque nella centralità affidata a questo grande spazio di connessione centrale che si allunga poi lineare ai tre livelli donando potenzialità polifunzionali a tutti gli spazi di connessione dell’edificio: questi ultimi diventano i vari angoli di una grande piazza dei ragazzi in cui lo “spazio”, in cui si confrontano e si scambiano tutte le relazioni funzionali dell’edificio scolastico, si trasforma in “luogo”, una sorta di microcosmo dedicato alla crescita in cui potrà esprimersi, multiforme e libera, un’esperienza educativa totale più che solo didattica”.
“Quanto ai materiali – conclude Frappi – L’edificio è caratterizzato da struttura lignea in Xlam ed assume funzione di edificio strategico garantendo il massimo livello di sicurezza. Dal punto di vista energetico le soluzione impiantistiche e la composizione dell’involucro edilizio sono tali da ottenere un edificio NZEB, cioè ad energia quasi zero con grandi benefici ai fini della riduzione dei costi di gestione”.
“Dal punto di vista procedurale – conclude Fabio Macheda, Assessore All’edilizia e alle Politiche Scolastiche – è in fase di approvazione il progetto definitivo e si prevede di poter iniziare i lavori entro la prossima primavera a seguito dell’esecuzione delle demolizioni.
La scelta della ricostruzione dell’edificio nel sedime precedente consolida il ruolo centrale che la scuola ha per la città sia nel tessuto urbano che in quello sociale, rivolgendosi ad essa quale luogo per la comunità al pari delle altre istituzioni”.
“Gli spazi sono strettamente legati con la didattica – conclude la dirigente scolastica, Sabina Poggio – poter contare su laboratori e spazi adeguati a sistemi di apprendimento innovativi permette di sviluppare percorsi educativi sicuramente più efficaci. In questo senso devo ringraziare quest’amministrazione e l’Ing. Frappi per aver recepito le nostre necessità”