In qualità di sindaco di una città che fa da sempre del turismo balneare un vanto per la qualità delle strutture presenti sul territorio ed essendo nella provincia di Savona uno dei comuni se non il comune che ha più concessioni demaniali marittime all’attivo a scopo turistico-ricreativo, mi sento di esprimere vicinanza alla categoria dei concessionari balneari e non solo, a tutti quegli altri esercenti di attività commerciali a vario titolo che, essendo ubicate su suolo demaniale marittimo, sono a a loro volta concessionari, e mi riferisco ai chioschi e a tutte le altre attività turistiche su suolo demaniale marittimo.

Ho aspettato a esternare il mio pensiero perché volevo leggere con attenzione la sentenza del Consiglio di Stato.

Questa pronuncia appare sconcertante prima ancora che inquietante, perché si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto.

E’ persino imbarazzante non tanto perché è una sorta di ‘messa in mora’ del Legislatore chiamato a disciplinare le gare con modalità da essa stessa stabilite quanto per la sua lampante contraddittorietà. Il Consiglio di Stato afferma la contrarietà al diritto europeo delle proroghe disposte dal legislatore e dalla Pubblica Amministrazione in quanto “automatiche e generalizzate” e nel contempo stabilisce una proroga altrettanto “automatica e generalizzata” però solo di due anni; in definitiva rivendica a sé ciò che, invece, non consente agli altri Poteri dello Stato, senza tenere in alcun conto che il potere legislativo è di competenza del Parlamento Italiano e non già del Consiglio di Stato che così, di fatto, si sostituisce ad esso legiferando a sua volta. Pochi giorni fa sono stato invitato al congresso dei radicali e ho ribadito la mia ferma convinzione della necessità di stabilire e conservare  uno stato di diritto dove ci sia netta suddivisione tra i poteri dello Stato, a tutela del semplice cittadino lavoratore.

In questo momento di incertezza dove è presente una Legge dello Stato che autorizza la proroga delle concessioni demaniali marittime sino al 31 dicembre 2033, il Comune di Alassio è pienamente in regola con tutte le proroghe già rilasciate (quasi la totalità) e continuerà in questa direzione, fatti salvi altri e diversi interventi legislativi.

Al fine di dirimere questa condizione di totale incertezza per il futuro di migliaia di imprese, per lo più di stampo familiare, che hanno investito decenni nella loro attività con la speranza di tramandarne la tradizione alle proprie future generazioni, personalmente mi impegno a chiedere al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, di riaprire il tavolo di discussione Stato – Regione su questo tema determinante non solo per il nostro Comune ma per l’intera economia ligure.